Valutazione dei rischi elettrici
Il D.Lgs. 81/08 ha fornito precise indicazioni sulla valutazione del rischio elettrico, successivamente integrate e modificate dal D.Lgs. n. 106 del 2009.
Il Capo III “Impianti e apparecchiature elettriche” del Titolo III “Uso delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale” fa riferimento agli obblighi del datore di lavoro connessi alla presenza del rischio elettrico: al comma 2 dell’art. 80 (“Obblighi del datore di lavoro”) viene sottolineato l’obbligo, a carico del datore di lavoro, di valutare i rischi di natura elettrica, tenendo in considerazione i tre punti seguenti:
- le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro considerando eventuali interferenze,
- i rischi presenti nell’ambiente di lavoro,
- tutte le condizioni di esercizio prevedibili.
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE PER IL RISCHIO ELETTRICO
Rigoni si propone per la classificazione dei luoghi e per la suddivisione per aree di rischio, secondo la seguente differenziazione che fa riferimento alle norme CEI per la progettazione, l’installazione e la manutenzione degli impianti elettrici:
- luoghi ordinari,
- luoghi a maggior rischio in caso d’incendio,
- luoghi conduttori ristretti, ovvero luoghi che si presentano delimitati da superfici metalliche o comunque conduttrici in buon collegamento elettrico con il terreno e che al loro interno è elevata la probabilità che una persona possa venire in contatto con tali superfici attraverso un’ampia parte del corpo diversa da mani e piedi (es. serbatoi metallici, scavi ecc…),
- luoghi con pericolo di esplosione, ovvero luoghi in cui possono formarsi atmosfere esplosive, cioè una miscela con l’aria, a condizioni atmosferiche, di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri combustibili in cui, dopo l’accensione, la combustione si propaga nell’insieme della miscela incombusta,
- cabine di trasformazione MT/BT,
- locali ad uso medico,
- ambienti in cui si svolgono attività di zootecnica,
- cantieri.
Ai sensi dell’art. 29 del D.Lgs 81/08, ad ogni modifica organizzativa o del ciclo produttivo si renderà necessaria una rivalutazione del rischio, finalizzata a identificare la corretta classificazione del luogo dal punto di vista elettrico e l’effettiva conformità degli impianti in relazione all’ambiente di installazione.
RISCHI DOVUTI A FULMINI A TERRA
L’entrata in vigore dal 01/03/2013 della nuova versione della norma CEI EN 62305-2 ha reso obbligatoria nei luoghi di lavoro la valutazione del rischio di fulminazione da scariche atmosferiche, anche qualora essa fosse stata già eseguita con la versione precedente della norma, come richiesto dal D.Lgs 81/08/ e s.m.i. (artt. 17,27 e 84).
Il datore di lavoro è tenuto, pertanto, a commissionare nuovamente la valutazione e, se necessario, dovrà individuare e realizzare le misure di protezione finalizzate a ridurre il rischio a valori non superiori a quello ritenuto tollerabile dalla norma stessa.
Non essendo possibile eludere, in alcun modo, il rischio connesso ai fulmini, risulta essenziale determinare, attraverso un’apposita valutazione, il rischio derivante dalla fulminazione, in base alla quale sarà possibile stabilire le misure di protezione contro il fulmine e quali caratteristiche debbano avere tali dispositivi.
La valutazione del rischio dovuto al fulmine analizza un edificio con le sue caratteristiche dimensionali e strutturali, di ubicazione, di destinazione d’uso, in base al tipo di impianti elettrici e di telecomunicazione presenti, al carico di incendio presunto, alla presenza o meno di mezzi adeguati per fronteggiare o rivelare la presenza di eventuali incendi.
Essa consente, inoltre, di valutare se la struttura è statisticamente autoprotetta dai fulmini, ossia protetta in relazione alle proprie stesse caratteristiche, oppure necessita di adeguati mezzi di protezione esterni quali LPS (parafulmine, gabbia di Faraday, ecc..) SPD (limitatori di sovratensione), o accorgimenti di altra natura (mezzi di rivelazione/estinzione automatica in caso di incendi, asfaltatura del suolo, ecc..).
Le analisi dei rischi hanno come obiettivo l’oggettivazione e la quantificazione del pericolo al quale sono esposti gli edifici e i loro contenuti in caso di una fulminazione diretta e indiretta.
L’analis
i del rischio definita nella CEI EN 62305-2 garantisce un progetto di protezione contro i fulmini comprensibile per tutte le parti coinvolte (committente/datore di lavoro e valutatore) che sia ottimale sia dal punto di vista tecnico che economico.
CLASSIFICAZIONE ATEX
La classificazione delle aree con pericolo di esplosione è una procedura sempre più familiare, specialmente all’interno di contesti industriali: basti pensare alle zone destinate alla ricarica delle batterie dei carrelli elevatori, nelle quali si verifica l’emissione di gas, tra cui l’idrogeno.
L’entrata in vigore delle “Direttive ATEx” ha esteso l’importanza delle classificazioni delle aree per ambienti con pericolo di esplosione non solo agli impianti elettrici, ma a qualsiasi fonte di innesco di un’atmosfera potenzialmente esplosiva, sia essa meccanica, termica, idraulica, pneumatica, introducendo una responsabilità diretta nei confronti del datore di lavoro, in quale, nella valutazione dei rischi, deve tutelare sotto tutti i punti di vista la sicurezza dei dipendenti.
Lo studio Rigoni propone la propria consulenza per la classificazione delle aree ATEx, in accordo con le normative tecniche di riferimento emanate dal CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano), sia secondo una suddivisione a zone, sia valutando la pericolosità dei singoli materiali, come da seguente suddivisione tipologica:
- sostanze esplosive,
- liquidi infiammabili (gas, vapori, nebbie),
- polveri combustibili.
La classificazione terrà conto sia dell’emissione di sostanze infiammabili in atmosfera sia della ventilazione ambientale presente e avrà come fine quello di identificare le specifiche zone tipologiche di appartenenza.
La nostra analisi, pertanto, prevederà:
- valutazione delle sostanze utilizzate,
- acquisizione delle caratteristiche specifiche per ciascuna sostanza e verifica della temperatura di infiammabilità,
- identificazione e valutazione delle sorgenti emissive,
- analisi qualitativa e quantitativa della ventilazione ambientare naturale/artificiale,
- classificazione dell’ambiente,
- definizione delle zone pericolose e calcolo della loro estensione,
- determinazione e scelta della tipologia costruttiva delle apparecchiature che possono essere installate nelle aree secondo la Norma CEI 31-33.
Lo studio Rigoni è disponibile per la progettazione di nuovi impianti, per la valutazione di impianti esistenti e per la consulenza preliminare nel caso di implementazione di sostanze potenzialmente esplosive all’interno del ciclo produttivo.